Salvatore Schillaci, conosciuto come Totò Schillaci, sinonimo di passione calcistica e talento, ci ha lasciato il 18 settembre 2024. Nato a Palermo il 1° luglio 1964 da una famiglia umile, cresciuto nel quartiere popolare di Brancaccio, Totò si innamorò del calcio fin da piccolo, giocando con i suoi amici nei cortili e nei campi di terra battuta. La sua carriera calcistica iniziò nelle giovanili del Palermo, dove dimostrò fin da subito un talento naturale per il gol.
Dopo aver esordito in prima squadra nel 1982, Schillaci iniziò a farsi notare nel campionato di serie B, attirando l’attenzione dei club di serie A. La sua carriera decollò quando, nel 1986, si trasferì al Messina. Qui il suo fiuto per il gol esplose: in poco tempo divenne uno dei migliori attaccanti del campionato. Le sue prestazioni lo portarono nel 1989 alla Juventus, dove vinse il campionato e raggiunse la finale della Coppa Uefa.
Il culmine della sua carriera coincise con la Coppa del Mondo del 1990, ospitata in Italia. Convocato in nazionale come riserva, si rivelò un protagonista inaspettato. Con una serie di prestazioni straordinarie, segnò sei gol, contribuendo in modo significativo al percorso dell’Italia fino alle semifinali. La sua esultanza, caratterizzata da un’esplosione di gioia e da un urlo incontenibile, divenne iconica. Schillaci vinse il premio di capocannoniere del torneo, un riconoscimento che lo rese eroe nazionale.
Dopo il mondiale Schillaci continuò a giocare nella Juventus fino al 1992, prima di trasferirsi al club giapponese del Jubilo Iwata, dove chiuse la sua carriera nel 1999. Anche in Giappone continuò a segnare e a guadagnarsi l’affetto dei tifosi. Dopo il ritiro tornò in Italia, dove si dedicò a varie attività, tra cui la partecipazione a programmi televisivi e l’impegno in iniziative benefiche.
Schillaci è stato amato dai tifosi e dai media non sono per i successi ottenuti sul campo ma anche per la sua personalità affabile e umile, per la capacità di rimanere vicino alle sue radici e di non dimenticare mai da dove era partito, per la sua autenticità e la passione per il calcio. I tributi degli ex compagni di squadra, degli allenatori e dei tifosi che hanno condiviso ricordi e aneddoti, sono stati numerosi e sentiti. Per molti lui è stato un esempio di perseveranza e di dedizione, un simbolo di gioia e amore per il calcio, un giocatore capace di affrontare le sfide con il sorriso e una determinazione invidiabile. Le sue gesta sono entrate nella storia del calcio italiano e continueranno a ispirare le future generazioni di calciatori e appassionati.
La sua figura rimarrà un faro di passione, talento e umanità nel panorama sportivo italiano, e il suo spirito vivrà per sempre nei cuori di chi lo ha amato e ammirato.
Laura Scandellari
Presidente Fitel Emilia Romagna Aps
Comments