I giovani e i social media: un rapporto in evoluzione tra opportunità e sfide
- Fitel Emilia Romagna
- 17 ore fa
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I social media sono diventati una parte integrante della vita dei giovani di oggi, plasmando il modo in cui comunicano, interagiscono e percepiscono il mondo. Questo rapporto, sebbene ricco di opportunità, presenta anche sfide significative che meritano un’analisi approfondita, in un panorama in continua evoluzione dove piattaforme come Facebook hanno visto cambiare rapidamente il loro ruolo.
Le luci dei social media includono la connessione, che permette ai giovani di rimanere in contatto con amici e familiari e costruire nuove relazioni, cruciali per lo sviluppo emotivo e sociale. Offrono inoltre opportunità senza precedenti per l’espressione di sé, consentendo ai giovani di condividere interessi e idee, favorendo lo sviluppo di un’identità forte. Sono anche un’importante fonte di informazione e apprendimento, utilizzata per informarsi su eventi attuali e accedere a risorse educative, con l’attivismo giovanile che trova in essi un potente strumento di mobilitazione. Tuttavia ci sono anche le ombre.
Il principale rischio è l’impatto sulla salute mentale: la costante esposizione a immagini idealizzate può portare a sentimenti di inadeguatezza, ansia e depressione, con la “fear of missing out” (Fomo), ovvero la paura di essere tagliati fuori, che genera stress. Il cyberbullismo è un’altra sfida significativa, con i social media che possono diventare un terreno fertile per comportamenti aggressivi, difficili da contrastare per la loro natura anonima. La disinformazione e le fake news rappresentano una minaccia, poiché i giovani possono essere facilmente influenzati da contenuti falsi. Infine la dipendenza da social media è una preoccupazione crescente, potendo causare problemi di sonno, scarso rendimento scolastico e isolamento sociale.
Facebook: un pioniere in trasformazione
Facebook, lanciato nel febbraio 2004 da Mark Zuckerberg, è stato il pioniere dei social network moderni. Inizialmente destinato agli studenti universitari, si è rapidamente espanso diventando la piattaforma più utilizzata.
Nel corso degli anni si è evoluto in un ecosistema complesso con notizie, pagine aziendali e gruppi, portando a una maggiore diversificazione dell’utenza. Oggi l’età media dei suoi utenti è aumentata: in Italia le fasce d’età più rappresentate sono tra 25-34 e 45-54 anni, mentre i giovani tra 18-24 anni e gli adolescenti sono meno presenti. I giovani preferiscono altri social per la diversità di contenuti (TikTok, Instagram con video brevi), per fare un’esperienza da utenti più fresca e innovativa, per contrastare l’“effetto genitori” che riduce il senso di libertà, e per la rapida formazione di trend e comunità su piattaforme più dinamiche.
Facebook mantiene però un certo impatto indiretto: viene utilizzato per informazione ed eventi locali, Facebook Messenger è ancora ampiamente usato per la messaggistica, mentre gruppi e comunità offrono spazi per interessi specifici.
Un equilibrio necessario: strategie per un uso consapevole
Per massimizzare i benefici e mitigare i rischi è fondamentale che giovani, genitori ed educatori sviluppino un approccio consapevole e critico ai social media, indipendentemente dalla piattaforma.
Un’educazione digitale integrata e continua è essenziale: in famiglia, con un dialogo aperto per stabilire regole e discutere esperienze; a scuola, con curricula di cittadinanza digitale che insegnino a valutare le fonti, gestire la privacy, riconoscere il cyberbullismo e promuovere l’etica online e il benessere digitale; e con la formazione per genitori ed educatori.
La promozione del pensiero critico e dell’autoregolamentazione è cruciale, incoraggiando l’analisi dei contenuti, la conoscenza degli algoritmi, la gestione autonoma del tempo davanti allo schermo e l’identificazione della dipendenza. Il coinvolgimento dei pari e il monitoraggio tramite peer education (metodologia che coinvolge gli studenti nel processo di apprendimento, sfruttando le loro esperienze e competenze) o campagne di sensibilizzazione condivise rendono il messaggio più efficace. Gli strumenti tecnologici e le regole chiare come le impostazioni di privacy, gli strumenti di parental control (usati con cautela e trasparenza) e i filtri per contenuti inappropriati possono offrire supporto. Infine la promozione di attività alternative e la valorizzazione della vita reale sono fondamentali, incoraggiando il tempo di qualità offline e le “zone no-tech”. Ma più di tutto, come sempre, vale l’esempio degli adulti.
Laura Scandellari
Vicepresidente Fitel Emilia Romagna Aps