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AHIA! di Riccardo Zanotti

Aggiornamento: 25 dic 2022


di Matteo Lolli



«Sì, sono io.» Quelle parole si erano sedimentate in Giovanni come detriti in un delta fluviale, e avevano cambiato per sempre il corso naturale delle cose. In un istante aveva sentito bruciargli dentro tutte quelle volte in cui, durante l’infanzia, aveva chiesto del padre, senza ottenere alcuna risposta da Milly. Con il passare degli anni aveva dapprima smorzato quelle richieste, per poi estinguerle completamente. Crescere senza padre è come avere un arto fantasma: si vive con la costante sensazione di essere custodi di un vuoto che dovrebbe essere riempito, ma rimane incolmabile. Giovanni aveva imparato presto ad ignorare quel vuoto, ed era riuscito persino a segregarlo nell’antro più oscuro e remoto del suo cuore, a incatenarlo e liquidarlo. Fino a quel momento.




C’è una (ennesima) buona notizia per i fan dei Pinguini Tattici Nucleari: Riccardo Zanotti – voce e frontman di quella che nel panorama musicale pop italiano è senza dubbio la band del momento – oltre ad essere sempre brillante e sorprendente nei testi delle canzoni è capace, e non con scarsi risultati, di cimentarsi anche nella scrittura di un romanzo. Zanotti ha pubblicato Ahia! ormai un paio d’anni fa, in parallelo ad un omonimo album della sua band, e tra la contemporanea uscita appunto delle nuove canzoni e i successivi progetti dei PTN (come il tour della scorsa estate nei palazzetti o l’ultimissimo lavoro, l’album Fake News uscito pochissime settimane fa) la sua pubblicazione è un po’ passata in sordina, probabilmente anche per le aspettative che, a priori, era difficile riporre in un progetto estemporaneo come questo, coltivato da chi non aveva mai scritto alcun libro ed era già intanto dedito ad un altro settore del mondo dell’intrattenimento. Anche per questi motivi, quindi, la lettura di Ahia! è stata – almeno per il sottoscritto – una piacevolissima sorpresa: lungi dall’essere la solita, ennesima produzione pseudo-letteraria di un personaggio dello show business che cerca di sfruttare massivamente la propria popolarità cimentandosi in settori palesemente non di propria competenza, il romanzo è, nella sua brevità, ben congegnato, letterariamente ben scritto e, soprattutto, coinvolgente e piacevole alla lettura.


La storia ruota attorno alla figura di Giovanni Cerioni, timido e impacciato ingegnere ventisettenne che, dopo la morte della madre, si reca a Soterio, nebbioso e desolato paesino di montagna, per incontrare per la prima volta lo «sconosciuto più importante della sua vita»: suo padre. Giovanni è infatti stato cresciuto solo dalla madre Milly, che dopo aver bruscamente e brutalmente interrotto, prima della sua nascita, la relazione con Fabrizio Santi, all’epoca famoso ed affascinante cantautore, aveva deciso di celargli completamente l'identità di quest'ultimo. Fino alla fatidica rivelazione in punto di morte, accompagnata da un incarico («Chiedi a quello stronzo di venire al mio funerale») con cui la burbera ed esuberante Milly ha voluto finalmente dare al figlio la possibilità di riannodare i fili con un passato che gli era sempre stato incolpevolmente precluso.


Ma Fabrizio Santi è ormai solamente una ex-celebrità in cerca di oblio, invecchiata e in balia dei propri vari demoni esistenziali; Giovanni è nervoso e quasi paralizzato alla sola idea di mettere piede all’interno della vita del padre (o meglio, a lasciare che sia egli a mettere piede nella sua, turbandone la piatta e rassicurante tranquillità); e l’incontro tra due mondi che fino a quel momento erano sempre stati sideralmente distanti ed inconsapevoli l’uno dell’altro porta a situazioni inaspettate e indecifrabili. Giovanni scopre infatti che con Santi vive Rachele, affascinante e giovane ragazza che piuttosto che esserne l’amante sembra quasi fargli da badante, e che oltre a fare l’imbalsamatrice al Museo della Caccia del paese è invischiata – per costrizione – in attività ben più losche con personaggi poco raccomandabili; Fabrizio, dal canto suo, attraverso il rapporto con Giovanni rispolvera i tanti fantasmi della relazione con Milly, di un passato intenso e mai davvero sopito del tutto, nonostante i moltissimi anni di distanza; e altre figure del piccolo mondo di Soterio fanno la loro improbabile irruzione sulla scena per svelare verità taciute e segreti incartapecoriti grazie ai quali Giovanni viene a conoscenza di una storia molto, molto diversa da quella che poteva immaginare…


Con Ahia! Riccardo Zanotti è riuscito in un duplice, piccolo prodigio: da un lato è riuscito a trasporre in un prodotto culturale molto diverso da quello musicale la stessa ironica e brillante leggerezza tipica delle sue canzoni, portatrici di luce e vitalità anche laddove trattano temi delicati e complessi. Dall’altro, ha dato vita ad una storia che – oltre ad essere presentata in una veste letteraria formalmente impeccabile (anzi piacevole nella sua originalità) – risulta contenutisticamente avvincente, piena di colpi di scena e di dettagli perfettamente collegati tra loro, per una vicenda nel complesso assolutamente sorprendente ed appassionante.


La sagace “abilità paroliera” di chi (esattamente come nei suoi testi musicali) è in grado di descrivere con originalità tanto le grandi passioni della vita quanto i piccoli dettagli della quotidianità senza mai scadere nel banale e nello sdolcinato; la tessitura della trama di una storia che brilla per le sue implicazioni emotive, in cui malinconia, voglia di riscatto, desolato abbandono e vitalismo inarrestabile si alternano senza soluzione di continuità; la capacità di parlare a ciascuno individuando strade nuove attraverso cui penetrare, con leggerezza e passione insieme, nei vari problemi dell’esistenza, grandi o piccoli che siano; tutto questo e molto altro si trova condensato nelle 140 pagine di Ahia!: un romanzo che – al momento – si identifica come unicum letterario tra le produzioni musicali di un cantante nel pieno della sua attività, ma che (anche per questo) si rivela una brillante e ben riuscita elaborazione alla portata davvero di tutti, fan dei Pinguini Tattici Nucleari e non.

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