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FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury


Fahrenheit 451 è un romanzo articolato, che si rivelerà però intrigante ed emozionante proprio perché l’autore, Ray Bradbury, riesce a suscitare forti emozioni tramite una descrizione approfondita dei sentimenti di tutti i personaggi.


La casa editrice è Mondadori e il genere a cui appartiene è un romanzo ambientato in un periodo di guerra, più precisamente nella Seconda Guerra Mondiale.


Montag fa il pompiere in un mondo dove gli incendi, invece che essere spenti, vengono appiccati. Armati di lanciafiamme i pompieri irrompono nelle abitazioni dei sovversivi che conservano libri o semplice carta stampata e bruciano tutto, così come vuole la legge. Ma Montag non è felice della sua vita aliena (così chiamata da lui) che scorre tra giganteschi schermi televisivi e slogan (ad esempio quello del dentifricio che gli da il tormento), una moglie indifferente e passiva (chiamata anche da lui in questo modo) e un lavoro che svolge per pura e semplice routine.

Finché un giorno, dall'incontro con una signora sconosciuta, nasce un sentimento impensabile e per Montag inizia la scoperta di un mondo nuovo e diverso da quello in cui ha sempre vissuto; questo mondo lui lo descrive come: ”Un universo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della società tecnologica.” Proprio per questo Montag uscirà dagli schemi inseguendo il suo interesse verso i libri.

Forse Montag vuole solo capire il perché del fatto che i libri debbano essere bruciati, il perché la legge vieti di possedere anche semplici fogli stampati; secondo me la risposta è che nessuno lo sa, poiché nessuno è mai riuscito a leggere un libro e di conseguenza sapere cosa sarebbe accaduto.


Una delle frasi che mi ha colpito particolarmente è citata nell'ultima pagina del libro ovvero “E da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dava dodici raccolti e produceva frutti ogni mese; le foglie dell'albero servivano a guarire le nazioni.” Questa frase oltre ad avere al suo interno figure retoriche per me ha un significato di rinascita, come se fosse l'albero stesso a donare un futuro alle nazioni del mondo poiché il libro fa dei riferimenti alla guerra; come se fosse una seconda occasione per cominciare a vivere di nuovo.


Il libro mi è piaciuto molto perché è un romanzo scorrevole e intrigante, che all'inizio può sembrare monotono ma andando avanti con la lettura diventa sempre più bello. L'unica pecca che ho riscontrato è che mi è sembrato un po' troppo sentimentale soprattutto nel primo capitolo dove le emozioni sono descritte molto bene forse anche fin troppo come nella frase citata dalla coscienza di Montag: “Vai avanti, spala la noia, accumula i detriti del vuoto, ammesso che una cosa simile possa essere estratta dal serpente che succhia e pulsa.” Forse è stato semplicemente l'autore a voler dare questo tocco di sentimentalismo, ma per il resto rimane e rimarrà un libro che non mi pento di aver letto.


Recensione scritta da A.B. (19 gennaio 2007)

Istituto d'Istruzione Superiore Antonio Zanelli (Reggio Emilia)


FITel Emilia Romagna ringrazia, di vero cuore, per il contributo lasciato da questa giovane ragazza!

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