È tutto amore! / Chi a una sola è fedele, / verso l’altre è crudele.
Canta così il Don Giovanni che nel 1996 inaugura il Palafenice di Venezia, al suo fianco, piccola piccola vi è Donna Anna portatrice di raffinata personalità, cita Adriano Cavicchi sul Carlino. Queste sono solo alcune delle parole spese per la raggiante carriera di Francesca Pedaci, soprano, docente di conservatorio, presentatrice televisiva della trasmissione Musica in allegria e, da quest’anno, direttrice artistica del Teatro Mazzacorati di Bologna.
Francesca inizia la sua carriera giovanissima, si trasferisce a Bologna per finire gli studi, una laurea in Lingue e Letterature Inglesi con lode, e portare a termine in percorso canoro iniziato prestissimo diplomandosi al conservatorio di Bologna, in canto, con il massimo dei voti e la lode.
«Ho sacrificato tutta la mia vita per il teatro» ci racconta «devo moltissimo al mio primo maestro Leone Magiera, con lui il mio percorso artistico è totalmente cambiato: ho sempre avuto un grandissimo amore per il canto ma non riuscivo a trovare la strada giusta per esprimermi. È stato grazie a lui se ho iniziato a girare prima l’Italia e poi il mondo e collaborare con Luciano Pavarotti. Accanto al tenore, ho cantato a Palazzo Albergati, a Bologna, nell’Otello e poi in Francia e negli Stati Uniti con la Bohème. Mi ricordo ancora al Metropolitan Opera House di New York quando Franco Zeffirelli è entrato nel mio camerino, insieme ai suoi inseparabili cagnolini per complimentarsi: «mi ha commosso, Francesca, sei così fragile».
Dopo anni di sacrifici e passione, nel 2023 riceve la direzione artistica del Teatro Mazzacorati di Bologna.
Com’è stato ricevere questa nomina dopo così tanti anni di carriera? Possiamo dire che è stato un po’ il coronamento di un sogno?
«Sicuramente un grande onore per cui ringrazio infinitamente il fiuto e la fiducia che ha avuto Fabio Mauri, presidente dell’associazione Succede solo a Bologna che a gennaio scorso ha creduto in me. Lavoro in perfetta sinergia con Giulia Dalmonte, direttrice del teatro, tant’è che lo scorso aprile abbiamo avuto ospite il sovrintendente Fulvio Macciardi del Teatro Comunale di Bologna insieme ai bravissimi cantanti della scuola d’opera del Teatro Comunale. Abbiamo, inoltre, messo in scena La serva padrona con la regia di Salvatore Sito e il pianoforte di Amedeo Salvati. Voglio rinnovare i miei ringraziamenti a Fabio Mauri, a Laura Scandellari, Presidente di FITEL Emilia-Romagna, per la sua presenza generosa e affettuosa e la Presidente del Consiglio Comunale di Bologna, Maria Caterina Manca che è sempre stata presente nei nostri primi appuntamenti. La sinergia che s’è creata con FITEL, mi ha permesso di conoscere varie personalità con cui iniziare a intrecciare un rapporto. L'incontro organizzato da Laura Scandellari lo scorso 9 marzo nell'aula magna dell'ospedale Maggiore dal titolo Quattro chiacchiere e una mimosa mi ha poi permesso di conoscere Chloe Facchini, cuoca transgender del noto programma televisivo È sempre mezzogiorno! Insieme a lei, Laura Scandellari e Roberta Li Calzi, assessore del Comune di Bologna, abbiamo condotto una puntata del mio programma Musica in allegria affrontando il tema della donna nei vari ambienti lavorativi e culturali».
Francesca lavori nel teatro fin da giovanissima; com’è stato essere una donna protagonista in un’industria, come quella musicale, abitata principalmente da uomini?
«Il mondo della musica operistica è sempre stato un mondo principalmente maschile, solo recentemente, infatti, abbiamo visto qualche nome di direttrici d’orchestra donne come Oksana Lyniv che ha inaugurato la stagione al Teatro Comunale di Bologna. Purtroppo, persiste questo paradigma che noi donne, noi cantanti, noi artiste dobbiamo lavorare il triplo per ricevere i meriti che ci spettano, per fortuna, però, nel settore c’è molta solidarietà. È così che ho incontrato Corinne Baroni, musicista e attuale direttore del Teatro Coccia di Novara, alla quale rinnovo la mia stima. Ma i tempi sono cambiati, per fortuna, e la nomina al Teatro Mazzacorati ne è un chiaro esempio. Nella cultura continuano a esistere questi ricatti sociali che al giorno d’oggi non sono giustificati: non ci devono essere queste discriminazioni di sesso, se una persona è brava o non è brava poco importa che sia uomo, donna, trans, etero, gay. Sul lavoro se una persona è di valore perché non dev’essere valorizzata solo perché donna o a causa della sua vita privata».
Il lavoro insieme alla dottoressa Dalmonte è ammirabile, state già lavorando alla prossima programmazione?
«Assolutamente sì, stiamo lavorando moltissimo fra mille difficoltà finanziarie. Abbiamo iniziato una collaborazione con diversi concorsi come il Concorso Tosca o il Grand Prize - International Molise Music Competition di Campobasso. Continueremo la collaborazione con la scuola dell’opera del Teatro Comunale di Bologna. Il prossimo 24 e 25 settembre, poi, sarà il compleanno del nostro teatro che compirà ben 260 anni. Per l’occasione organizzeremo due giorni di grandi festeggiamenti a teatro. Vi aspettiamo!».
Lasciamo Francesca libera di tornare ai suoi mille impegni lavorativi non prima, però, di aver sancito cosa rappresenta per lei la musica: «Dante ha scritto l’amor che move il sole e l’altre stelle, la passione per il canto per me è stata la stessa cosa fin da subito».
Eleonora Poli
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