Barbie (2023). Quando la parità di genere indossa il rosa (ora su Netflix)
- Fitel Emilia Romagna
- 28 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Il fenomeno cinematografico del 2023, Barbie, diretto dalla visionaria Greta Gerwig, non è stato solo un trionfo al botteghino ma si è affermato anche come un’opera sorprendentemente profonda e acuta. E ora, fortunatamente, è disponibile su Netflix, offrendo a tutti l’opportunità di immergersi in questo vibrante e intelligente commentario sociale sulla condizione femminile, il patriarcato e la ricerca della parità di genere.
Lungi dall’essere un semplice film per bambini, Barbie ha innescato dibattiti e riflessioni profonde in tutto il mondo. Il film ci catapulta in Barbie Land, un universo utopico dove le Barbie – in tutte le loro infinite professioni e incarnazioni – detengono il potere, occupano ogni ruolo di prestigio e godono di una completa autorealizzazione. I Ken, d’altro canto, esistono principalmente in funzione delle Barbie, privi di una propria identità o di uno scopo ben definito al di là di “essere Ken”. Questo ribaltamento satirico dei ruoli di genere tradizionali è la prima e più lampante modalità con cui il film mette in discussione le aspettative sociali più radicate. In questo mondo rosa e all’apparenza impeccabile, la stereotipica Barbie (interpretata dalla magnifica Margot Robbie) inizia a porsi domande sulla sua stessa esistenza. Spinta da un improvviso e inspiegabile “malfunzionamento”, si trova costretta a confrontarsi con la dura realtà del “mondo reale”.
La sua avventura diventa così un viaggio di scoperta che la strappa dalla sua bolla di plastica, obbligandola a fare i conti con le complessità e le ingiustizie del patriarcato. L’arrivo di Barbie e Ken (Ryan Gosling, in una performance che ruba la scena) nel mondo reale funge da catalizzatore all’esplorazione della parità di genere. Barbie è scossa e profondamente delusa nello scoprire che, al di fuori di Barbie Land, il mondo è dominato dagli uomini, e le donne si scontrano quotidianamente con sessismo, oggettificazione e limiti alle loro aspirazioni. Questa disillusione è palpabile e risuona potentemente nelle esperienze di innumerevoli donne della nostra società. Parallelamente Ken assapora per la prima volta quel senso di potere e riconoscimento che deriva dal patriarcato. Un’“illuminazione” che lo spinge a tentare di replicare quel sistema in Barbie Land, trasformandola in “Kendom”, un mondo in cui i Ken dominano e le Barbie sono relegate a ruoli subordinati.
Il film è una critica pungente e spesso esilarante alle dinamiche di potere e alla facilità con cui i privilegi possono essere interiorizzati e perpetuati. Il cuore del messaggio sulla parità di genere risiede nella ribellione delle Barbie e nel loro percorso per reclamare autonomia e ristabilire un equilibrio. Ma Barbie non si limita a denunciare il patriarcato; propone anche una via d’uscita, sottolineando l’importanza cruciale della solidarietà femminile, della consapevolezza di sé e della lotta incessante per l’uguaglianza. Un aspetto cruciale, spesso sottovalutato, è il riconoscimento che anche i Ken sono intrappolati da aspettative di genere rigide, sebbene declinate in modi diversi. E dunque il viaggio di Ken, seppur inizialmente motivato dal risentimento, culmina nella ricerca di un’identità autentica che non dipenda dal ruolo accanto a una Barbie.
Il film suggerisce con intelligenza che una vera parità di genere non solo libera le donne dalle costrizioni, ma offre anche agli uomini la possibilità di esplorare la propria identità al di là dei confini della mascolinità tossica. Barbie riesce magistralmente a essere sia una gioiosa celebrazione del potenziale femminile sia una critica affilata delle strutture di potere esistenti. Con intelligenza e un umorismo irresistibile, il film invita il pubblico a riflettere su come le norme di genere influenzino profondamente le nostre vite e sulla necessità impellente di costruire un mondo dove tutti, indipendentemente dal genere, possano fiorire liberamente. Non offre soluzioni semplicistiche o risposte facili, ma apre un dialogo vitale su cosa significhi davvero la parità di genere, sottolineando che non si tratta di un ribaltamento dei ruoli, bensì di una completa liberazione per ogni individuo.
Questo film, ora comodamente disponibile su Netflix, ci ricorda che la strada verso l’uguaglianza è un percorso complesso e multi sfaccettato, ma assolutamente indispensabile per forgiare una società più giusta e inclusiva per tutti. Se non l'avete ancora visto, o se volete rivederlo con occhi nuovi, Barbie è un’esperienza che merita decisamente il vostro tempo.
Laura Scandellari
Presidente Fitel Emilia Romagna Aps