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Bones and all

di Eleonora Poli

Quando la strada che stai percorrendo non ha una fine e oltre quella riga sottile dell’orizzonte c’è solo il sole, è lì che vedi finalmente il tuo obiettivo.


Luca Guadagnino, conosciuto per Chiamami con il tuo nome, dirige quel pick up azzurro tra le strade sterrate americane con a bordo due giovani in cerca di solitudine. Guadagnino torna a dirigere un film di genere horror dopo Suspiria (2018), remake della pellicola di Dario Argento del 97, con al centro, questa volta, l’analisi di un comportamento umano taboo da anni nella società che porta a vivere ai margini della catena alimentare.


Maren (Tylor Russell) vive con il padre in alloggi di fortuna spostandosi continuamente di città in città. Visivamente esclusa dal gruppo di amiche di scuola, una sera viene invitata a una festa di compleanno a casa di una delle compagne. Il padre visivamente agitato le vieta di uscire ma la ragazza adolescente scappa di casa e raggiunge le amiche. Maren sembra divertirsi e ridere insieme alle altre ragazze fino a quando non si ritrova troppo vicina all’amica tanto da volerla assaggiare, staccandole un dito. Tra le urla delle altre, Maren scappa e, aiutata dal padre, cambia città per l’ennesima volta. Al suo risveglio però non trova più suo padre che, stanco ma consapevole di non essere più in grado di aiutarla, la lascia sola con un centinaio di dollari e il suo certificato di nascita. Per la ragazza inizia, così, un viaggio alla ricerca di sé stessa, dei suoi simili e della madre che spera essere ancora viva.


Nel suo viaggio, Maren incontra altri “mangiatori” come lei da cui impara trucchi e scorciatoie per riuscire a sopravvivere nell’ombra. Poi, a una stazione di servizio, l’incontro con l’altrettanto giovane Lee (Timothée Chalamet) sveglierà in Maren altre sensazioni più umane come l’amore. Legati dalla loro natura incomprensibile, i due iniziano a viaggiare insieme da una parte all’altra degli Stati Uniti lasciando dietro di loro una scia di sangue senza colpevoli.


Fermandosi all’apparenza, Bones and all potrebbe sembrare una storia di cannibalismo un po’ sdolcinata, ma è molto di più. Superate le scene che fanno rientrare il film nella categoria horror, l’ultima opera di Guadagnino è un manifesto poetico. Magari questa necessità di mangiare fisicamente gli altri è solo una metafora per rendere più intrinseco il desiderio umano di essere un animale sociale, oppure è solo un escamotage soprannaturale per definire una classe sociale esclusa. Non serve trovare una definizione.


Maren e Lee sono o possono essere due assassini come solo due giovani innamorati, due esclusi come due adulti perfettamente integrati. Dipende tutto da quale lente si decide di osservare. Lo stesso titolo è bivalente. Bones and all tradotto letteralmente vuol dire “ossa e tutto il resto” e non c’è dichiarazione d’amore più forte, talmente viscerale da far cambiare prospettiva a tutto il film.


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