È il 28 febbraio 2013 quando il mondo ecclesiastico si gela. Papa Benedetto XVI annuncia, per la prima volta nella storia, le sue dimissioni. Ritrovatosi al centro di scandali e inchieste interne, e esterne, allo stato Vaticano, Joseph Ratzinger si è sempre dimostrata una figura discreta.
Nato a Marktl in Baviera nel 1927, ultimo di tre fratelli, Maria e Georg, a appena 12 anni Joseph inizia a frequentare il seminario, chiuso poco dopo per uso militare. Gli anni della sua infanzia sono segnati dalla presenza politica di Hitler e dalle leggi che obbligavano tutti i giovani tedeschi a unirsi all’esercito. A 16 anni viene mandato in missione ai confini di Monaco e in alcune città tedesche. Non partecipò mai ad alcun scontro armato fino al 1945 quando disertò.
Tornato a casa, si iscrive alla facoltà di filosofia e teologia di Frisinga per iniziare subito dopo il seminario nella città di Monaco di Baviera. Il 29 ottobre 1950 fu ordinato diacono e tre anni dopo discusse la tesi di dottorato in teologia su Sant’Agostino. Seguono anni di florida carriera ecclesiastica parallelamente a quella di docente in alcune università tedesche fino al 1977 quando venne nominato arcivescovo di Monaco da Papa Paolo VI.

Pochi mesi dopo, lo stesso Paolo VI, lo nomina cardinale e traccia la strada per la sua ascesa a Roma. Prima Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede poi Decano del collegio cardinalizio, una carriera sempre più brillante in cui trovava sempre spazio lo studio e l’insegnamento. La fumata bianca, nell’aprile 2005, segna la sua elezione a Pontefice.
«Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli» dichiara Joseph affacciatosi dal balcone di San Pietro per la prima volta.
Dopo pochi mesi, il pontificato di Ratzinger viene travolto da innumerevoli scandali. Il fratello Georg, presbitero e musicista, viene denunciato di pedofilia dai bambini del coro a cui insegnava l’arte della musica. Questa notizia e le successive voci uscite dal Vaticano sono da imputare al maggiordomo del Pontefice che raccontò tutti i loschi affari e tentativi di insabbiamento ai microfoni televisivi. Benedetto XVI in prima battuta sminuì le accuse fatte al fratello poi corse ai ripari attuando una fitta rete di controlli antipedofilia su tutti i membri della Chiesa. Ancora oggi non si sa quanto queste accuse siano o meno collegate alle sue dimissioni.
Certo è che a Joseph Ratzinger, Papa Emerito Benedetto XVI, va il merito di una solida campagna globale politica attua per consolidare i rapporti con gli stati esteri; di essere il primo pontefice a aver aperto le porte della Chiesa alla tecnologia, scrivendo il suo primo tweet; di essere il simbolo del pentimento cattolico e il primo Papa a visitare Auschwitz.
Morto a 95 anni dopo una lunga malattia e mesi di preghiere, Joseph Ratzinger lascia la Chiesa nelle mani di Papa Francesco che non aveva mai smesso di consigliare e affiancare nei periodi di luce come in quelli di ombre. I funerali si svolgeranno giovedì 5 gennaio in una forma solenne ma sobria come da sue volontà.
Eleonora Poli