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Rebel Moon

di Luigi Ercolani


Sembra quasi fatto apposta. Nella settimana in cui gli addetti ai lavori intonano il de profundis per il DC Extended Universe, esce su Netflix il nuovo film di Zach Snyder, ovvero colui che era stato la pietra angolare su cui la Distinta Concorrenza aveva iniziato a costruire il proprio mondo cinematografico, prima che un insieme di ragioni personali (la tragedia della figlia) e ripensamenti del colosso mediale (con conseguenti dissidi) portassero il regista di Green Bay a fare un passo indietro.

A bussare alla sua porta dopo una pausa dalle scene è stata Netflix, che inizialmente aveva costruito la reputazione del proprio marchio su prezzi popolari ed intrattenimento prêt-à-porter salvo poi, nell'ultimo quinquennio, correggere il tiro, mettendo a disposizione risorse consistenti per autori già rinomati, che proprio per il loro essere già rinomati possono godere di un pubblico fedele pronto, ça va sans dire, a tradurre la propria fedeltà in tempo trascorso sulla piattaforma.

È da queste premesse che nasce il cosiddetto Snyderverse, una realtà narrativa che ha nel regista del Wisconsin il proprio Demiurgo. In principio è stato l'horror Army of the Dead (2021), seguito dal prequel Army of Thieves (2021) e dall'annunciato sequel Planet of the Dead. Contestualmente, tuttavia, Snyder ha riscoperto anche il gusto della fantascienza, dando vita al suo personale Star Wars.

Il riferimento è tutt'altro che casuale. In origine, infatti, Rebel Moon era un progetto nato per far parte proprio della galassia lontana lontana di Guerre Stellari, ma l'idea non ha poi avuto seguito: in merito, Snyder ha suggerito che ciò potrebbe essere dovuto al fatto che disse espressamente ai vertici Disney, che avevano appena acquisito la Lucasfilm, che aveva intenzione di realizzare un'opera che non avesse nulla a ché vedere con i personaggi già conosciuti della saga, e per giunta vietata ai minori di 18 anni.

È tuttavia indubbio che anche la sua cifra stilistica potrebbe aver inciso, visto che Rebel Moon ha diverse caratteristiche già presenti nei precedenti film di Snyder, come l'illuminazione cupa o la crudezza dei combattimenti, che mal si sposano con le politiche Disney. E che però sono una sicurezza, specie in un contesto diegetico che citando qua e là diversi pilastri dell'attuale cultura nerd (il già menzionato Star Wars, il Signore degli Anelli, Harry Potter, One Piece) finisce per assumere i contorni di un pastiche senza sapore, anche a causa di uno sviluppo narrativo di per sé sovrabbondante.

Sembrerà strano dirlo, inoltre, ma l'opera snyderiana risulta inaspettatamente piatta. I tanti momenti di tensione che si susseguono in serie durante questo lungometraggio finiscono per non dare un attimo di respiro allo spettatore, ma allo stesso tempo si soffocano a vicenda proprio perché, essendo in quantità eccessiva, smorzano a vicenda il proprio valore.

Chiariamoci, però: non si tratta di un film da bocciare in toto, anche in virtù del fatto che le opere di Snyder hanno dimostrato di invecchiare molto bene, e quindi potrebbe acquisire prestigio nel tempo. Semplicemente è la visione tra le mura domestiche a non rendere come dovrebbe in quanto, nonostante la produzione sia di un colosso dello streaming, Rebel Moon è un film che proprio per il suo tono spettacolare e videoartistico avrebbe avuto un impatto emotivo sicuramente maggiore se fosse passato dalla sala. O se fosse stato traslato in fumetto, forma d'arte che Snyder già all'uscita del suo Watchmen (2009) aveva dichiarato di amare particolarmente.

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