top of page

UGO TOGNAZZI: 100 ANNI DI RISATE

Aggiornamento: 23 mar 2022

Pilastro della commedia italiana, oggi 23 marzo, Ugo Tognazzi avrebbe compiuto cento anni.


Nato a Cremona nel 1922 lavora come ragioniere per la Negroni ma inizia già la carriera teatrale nei piccoli teatri della città fino a che non viene arruolato nel 1942. Durante il periodo della guerra organizza e mette in scena piccoli spettacoli per i commilitoni. Nel 45 partecipa a una serata per dilettanti a Milano dove viene scritturato nella compagnia di Wanda Osiris. Da quel momento in poi, la sua carriera prenderà il volo.


ugo tognazzi

Dal teatro velocemente passa al cinema. La forte amicizia con Raimondo Vianello lo porta nei salotti RAI e poi sul grande schermo. Le commedie all’italiana sono il suo pane quotidiano, recita in La voglia matta (1962), Straziami ma di baci saziami (1968), Venga a prendere il caffè da noi (1970), La supertestimone (1971), Romanzo popolare (1974), L'anatra all'arancia (1975).


Attaccatissimo a Cremona personalizza molti personaggi con l’accento della città come in La marcia su Roma (1962) di Dino Risi. Accanto a ruoli satirici e comici però è importante sottolineare anche la bravura in ruoli drammatici diretto da grandi registi come Bernardo Bertolucci in La tragedia di un uomo ridicolo.


I ruoli che l’hanno reso iconico anche alle generazioni più recenti sono in Il vizietto e Amici miei.

Come vivesse in perfetta simbiosi con la sua anima artistica, Tognazzi era un mattatore anche nella vita privata. Dal 1979 prende parte a vari scherzi mediatici tra cui un finto arresto. Sulle testate dei principali quotidiani vengono pubblicate delle foto dell’attore ammanettato dai carabinieri. In un periodo appesantito dalle Brigate Rosse, Tognazzi rivendica il “diritto alla cazzata” mettendo sulla bocca di tutti l’accusa di aver finto lo scioglimento della coppia Tognazzi-Vianello.


Fu molto amico di Vittorio Gassman, Paolo Villaggio e Mario Monicelli. Si ammalò di depressione verso la fine della sua carriera e, a 68 anni, morì per emorragia celebrale.


Tognazzi ebbe tre compagne e quattro figli (Ricky, Thomas, Gianmarco e Maria Sole) navigati nel mondo dell’arte che non hanno mai smesso di rendere omaggio al padre con film e documentari come La voglia matta di vivere.


Altra grande sua passione è stata la cucina. Non c’era sera in cui casa sua non fosse piena di ospiti e commensali. Forse per ritrovare il contatto diretto con il pubblico del teatro che tanto gli mancava o forse per mettere in mostra le sue doti da chef porta avanti un concetto dell’arte culinaria romantica e salutare.

«L’attore? A volte mi sembra di farlo per hobby. Mangiare no: io mangio per vivere.»

Ugo Tognazzi ha sempre avuto amici intorno che contribuiscono a tenerne vivo il ricordo tutt’ora. Del 1966, per esempio, è la prima edizione del T.T.T. il Torneo di Tennis Tognazzi con sede a villa Tognazzi riservato a personaggi del cinema e del teatro, della radio e della televisione, del giornalismo e di qualcos’altro. Dopo la sua morte, la trovata di un pomeriggio insieme divenne una tradizione consolidata che amici e familiari continuano a portare avanti tutt’ora.


ugo tognazzi

Un’aria spensierata, allegra e goliardica ha distinto la vita e il ricordo di Ugo Tognazzi da quella di un semplice grande attore.


«Mio padre non ha lasciato un vuoto, ma un segno fortissimo. Ci ha regalato la gioia per il lavoro; era come un sarto, e con divertimento, rabbia e passione, portava a casa il cinema. Inoltre aveva una passione infantile per la vita.» Ricky Tognazzi.

Eleonora Poli

bottom of page